BASIC: /bay'·sic/, n.

Un linguaggio di programmazione progettato originariamente nei lontani anni 60 per il sistema speciale di timesharing Dartmouth, il quale fece impazzire per molti anni tanti proto hacker. Edsger W. Dijkstra ha fatto notare nel suo Selected Writings on Computing: A Personal Perspective che “E' praticamente impossibile insegnare un buon stile di programmazione a studenti che abbiano avuto una prima infarinatura con il BASIC: come potenziali programmatori sono mentalmente mutilati senza speranza di guarigione. Questo č un altro caso (come il Pascal) di cascading lossage che accade quando un linguaggio appositamente progettato come un gioco educativo viene preso troppo seriamente. Un apprendista puo scrivere brevi programmi in BASIC (nell' ordine di 20-30 linee) molto facilmente; scrivere qualcosa di pių lungo č (a) molto doloroso, e (b) incoraggia cattive abitudini che possono rendere molto difficile l' uso di linguaggi pių potenti. La situazione non sarebbe cosė brutta se una serie di incidenti storici non avesse reso il BASIC cosė comune negli economici microcomputer degli anni 80. Cosė come, ha probabilmente rovinato decine di migliaia di potenziali maghi.

[1995: Alcuni linguaggi chiamati “BASIC” non sono poi cosė male, avendo acquisito delle procedure simili al Pascal e delle strutture di controllo simili al C e essendosi liberati dei numeri di riga. —ESR]

BASIC sta per “Beginner's All-purpose Symbolic Instruction Code”. Vecchie versioni di questa spiegazione che asserivano che questo č un recente backronym sono sbagliate.