cyberspace: /si:´br·spays`/, n.

1. Uno speculativo ‘spazio-informazione’ attivato con spunti visivi e navigabile con interfacce cervello-computer dette banchoi di cyberspazio; una parte caratteristica del cyberpunk. Sforzi seri di costruire interfacce di realtà virtuale modellate esplicitamente sul cyberspace gibsoniano sono in progettazione, usando dispositivi più convenzionali come sensori per guanti e cuffie TV binoculari. Pochi hackers sono disposti a negare francamente la possibilità di un cyberspazio che un giorno si evolve al di fuori della rete (vedi the network).

2. Internet o Matrix (significato #2) come un tutt'uno, considerato come un mero cyberspazio (senso 1). Nonostante quest'utilizzo divenne largamente popolare fra la stampa durante il 1994 quando Internet si fece davvero conoscere dal pubblico, è fortemente disprezzato fra gli hackers perchè Internet non si incontra con gli standard elevati e ispirati alla fantascienza che ci sono nella vera tecnologia di cyberspazio. Quindi, quest'uso del termine in genere denota un wannabee o al di fuori della comunità. Opposto di meatspace.

3. Occasionalmente, la locazione metaforica della mente di una persona in hack mode. Alcuni hackers riportano di aver sperimentato immaginazioni fortemente sinestetiche durante l'hack mode; sorprendentemente, racconti indipendenti dalle fonti più disparate suggeriscono l'esistenza di caratteristiche comuni nell'esperienza. In particolare, i colori dominanti di questo cyberspazio soggettivo sono spesso grigio e argento, e le immagini spesso comprendono costellazioni di punti viaggianti, elaborati modelli mutevoli di linee e angoli, o altri modelli simili.