grok: /grok/, /grohk/, vt.

[comune; dal romanzo Stranger in a Strange Land di Robert A. Heinlein, dove una parola marziana che letteralmente significava ‘bere’ e metaforicamente ‘stare con qualcuno’] La forma enfatica è grok nella sua completezza.

1. Capire. Denota una conoscenza approfondita ed esaustiva. Quando si afferma di aver‘grokkato’ un argomento, si sta dicendo che non lo hai semplicemente appreso in modo dettagliato ma che e' diventato parte di tue, della tua identita'. Ad esempio, dire che si “conosce” il LISP e' semplicemente affermare che sai programmare con esso se necessario — ma dire che “grokki” il LISP e' dire che sei entrato in profondita' nel punto di vista e nello spirito del linguaggio, con l'implicazione che ha trasformato il tuo modo di programare. Contrasta con zen, he denota una simile esperienza di comprensione superiore ma in un singolo istante. Vedi anche glark.

2. Detto di programmi, puo' connotare una comprensione piuttosto sufficiente. “Piu o meno tutti i compilatori C grokkano il tipo void in questi giorni.