hot spot: n.

1. [usato principalmente dai programmatori C/Unix, ma si sta diffondendo] E' opinione comune che nella maggior parte dei programmi, meno del 10% del codice divora il 90% del tempo di esecuzione; se si controllassero le indicazioni grafiche invece degli indirizzi del codice, tipicamente si vedrebbe alcuni picchi in mezzo a molto rumore di basso livello. Questi picci sono chiamati hot spots e sono buoni candidati per una profonda ottimizzazione o hand-hacking. Il termine e' usato soprattutto per cicli stretti e ricorsioni nell'algoritmo centrale del codice, in opposizione a (mettiamo) i costi per l'attivazione iniziale o grandi ma infrequenti operazioni di I/O. Vedi tune, hand-hacking.

2. La locazione attiva di un cursore su uno schermo a mappe di bit. “Metti l'hot spot del mouse su ‘ON’ e clicca col tasto sinistro.

3. na zona dello schermo che e' sensibile ai movimenti del mouse, che provocano alcune azioni. Le pagine sul Web ora forniscono degli esempi classici; i browser WWW presentano i collegamenti ipertestuali come hot stop i quali, quando vi si clicca, fanno puntare il browser ad un altro documento (questi nello specifico sono detti hotlink).

4. In un computer che si affida all'elaborazione parallela con memoria condivisa, la singola locazione che tutti i 10.000 processori stanno cercando di leggere o scrivere in un singolo momento (forse perche' stanno acendo un busy-wait sullo stesso blocco).

5. Pił genericamente, ogni posto in una progettazione hardware che diventa un collo di bottiglia delle prestazioni a causa della contesa di risorse.