1. n. Un dispositivo di Rube Goldberg (o di Heath Robinson), sia hardware che software.
2. n. Un buon stratagemma del programmatore per risolvere un caso particolarmente difficile, in modo veloce anche se poco delineato. Spesso usato per riparare i bugs. Spesso presuppone ad-hockery ed è quasi un crock.
3. n. Qualcosa che funziona per la ragione sbagliata.
4. vt. Inserire un kluge in un programma. “Ho kluggato questa routine per aggirare quello strano bug, ma forse c'è un modo migliore.”
5. [WPI] n. Una funzione implementata in modo rude.
Ultimamente questo termine si incontra spesso nella variante ortografica
‘kludge’. Secondo alcuni old farts
risulta coerente che ‘kluge’ è la scrittura
originale, usata in relazione al mondo dell'informatica sin dalla
metà degli anni '50 e, a quel tempo, usata esclusivamente per
indicare kluge hardware. Nel 1947, la rivista
New York Folklore Quarterly riportò una classica shaggy-dog story, ‘Murgatroyd the Kluge
Maker’ allora in voga nelle Forze Armate, in cui un
‘kluge’ era un complesso e confuso artefatto con una
funzione di poco conto. Altre fonti riportano
che ‘kluge’ era un termine del comune slang della
Marina durante la 2a Guerra Mondiale per indicare un qualsiasi
dispositivo elettronico che funzionava bene a terra ma non in mare.
Comunque, c'è ragione di credere che questo utilizzo della
parola potrebbe essere persino più vecchio di un
decennio. Alcuni l'hanno associato al marchio di
fabbrica di un apparecchio chiamato Alimentatore di carta Kluge,
un accessorio per presse tipografiche meccaniche. La leggenda dice che
l'alimentatore
Kluge era stato progettato prima dell'avvento dei motori elettrici
e dei controlli elettronici così contenuti nelle dimensioni e
nel prezzo; si basava su un assortimento diabolicamente complesso di
camme, cinture e collegamenti per alimentare e sincronizzare tutte le
sue operazioni da un solo albero-motore. Era di conseguenza
imprevedibile, soggetto a frequenti guasti, e tremendamente difficile
da aggiustare - ma oh, così ingegnoso! Chi racconta questa
storia
asserisce anche che‘Kluge’ era il nome di un ingegnere
progettista.
TMRC e la cultura hacker MIT dei primi anni '60 sembra essersi sviluppata in un contesto che ricordava e ancora usava in parte lo slang militare della 2a Guerra Mondiale (vedi anche foobar). Sembra probabile che ‘kluge’ sia arrivato al MIT tramite i laureati che avevano preso parte ai molti progetti di elettronica militare che si svolgevano a Cambridge (molti dei quali al venerabile Palazzo 20 del MIT in cui c'è anche TMRC) durante la guerra.
La variante ‘kludge’ sembra essere stata resa popolare dall'articolo di Datamation menzionato alla voce kludge; era intitolato How to Design a Kludge (February 1962, pp. 30, 31). Quest'ortografia fu probabilmente importata dalla Gran Bretagna, dove kludge ha una sua storia a parte (anche se ciò era grandemente sconosciuto agli hacker dall'altra parte dell'Atlantico prima di un dibattito della metà del '93 sul gruppo Usenet alt.folklore.computers sulla Prima e Seconda Edizione di questa voce; tutti erano soliti pensare che kludge fosse solo una variante di kluge). Ora sembra che gli inglesi, avendo dimenticato l'etimologia del loro stesso ‘kludge’ quando ‘kluge’ ha attraversato l'Atlantico, abbiano ripagato gli Stati Uniti U.S. rilanciando l'ortografia di ‘kludge’ nell'altra direzione e confondendo il modo di scrivere dei loro cugini americani!
Tutta la storia finisce in un enigma. Molti giovani hacker americani la pronunciano /klooj/ ma la scrivono, sbagliando, ‘kludge’. (Foneticamente, considera huge, refuge, centrifuge, deluge al contrario di sludge, judge, budge, e fudge. Con tutte le sue pecche in altri settori, la grafia inglese è perfettamente coerente nelle distinzioni). Gli hacker britannici hanno imparato a dire /kluhj/ oralmente, lo usano in senso strettamente negativo e sono almeno coerenti. Gli hacker europei hanno perlopiù imparato il termine da fonti scritte americane e tendono a pronunciarla /kluhj/ ma usano il più ampio significato americano!
Alcuni osservatori considerano questa confusione appropriata, visto il significato della parola.