mainframe: n.

Termine che in origine si riferiva allo stanzino che conteneva l'unita' centrale del processore o ‘main frame’ (N.d.T. = componente principale) di una macchina batch della Stone Age che riempiva l'intera stanza. Dopo la comparsa di design di minicomputer piu' piccoli nei primi anni 70, le tradizionali macchine big iron furono descritte come ‘mainframe computers’ oppure semplicemente mainframe. Il termine vuole trasmettere l'idea di una macchina progettata piu' per elaborazioni interne che per un uso interattivo, nonostante possa avere installato dentro di esso un sistema operativo interattivo con timesharing; e' usato soprattutto per computer costruiti dalla IBM, Unisys, e altri grandi dinosaur che sopravvivono dalla Stone Age dell'informatica.

E' stata comune conoscenza fra gli hacker dalla fine degli anni 80 che la tradizione dell'architettura mainframe era essenzialmente finita (fuori dal minuscolo mercato dei supercomputer number-crunching che e' stata superata dai recenti enormi passi in avanti nella tecnologia IC e nell'informatica personalizzata a basso costo. L'ondata di errori, superamenti e danni piu' o meno gravi fra i tradizionali produttori di mainframe nei primi anni 90 fece cadere del tutto questa tecnologia. Il piu' grande mainframe mai esistito, dall'IBM, fu costretto a rivedere se stesso sotto l'ottica di un grosso sistema di consultazione globale. (Vedi dinosaurs mating e killer micro).

Comunque, in un'altra occasione del ciclo di reincarnazione, quando Linux fu portato sull'architettura IBM S/390 nel 1999 — aiutato dall'IBM — si produsse una risurrezione dell'interesse verso l'informatica dei mainframe come un modo di fornire grandi quantita' di server Linux facilmente mantenibili, e virtualmente affidabili, salvando la divisione dell'IBM sui mainframe da un'estinzione pressoche' certa.