stack: n.

L'insieme di cose che una persona deve fare nel futuro. Si parla del prossimo progetto da intraprendere come quello posizionato in cima allo stack. “Ho paura di dover fare un grosso lavoro qui, quindi andra' messo piu' in basso nello stack.” “Non l'ho ancora fatto perche' ogni volta che termino un progetto qualcosa viene inserito nello stack.” Se si viene interrotti diverse volte nel bel mezzo di una conversazione, “Il mio stack è andato in overflow” significa “Ho dimenticato di cosa stavamo parlando.” L'implicazione e' che sono stati inseriti nello stack piu' elemento di quanti sia possibile ricordarne, quindi gli elementi meno recenti sono stati persi. L'esempio fisico usuale per uno stack e' da trovarsi in una mensa: una pila di piatti o vassoi che stanno su una molla, cosi' che quando ne metti uno in cima si abbassano tutti, e quando ne togli uno i restanti si alzano un pochino. Vedi anche push e pop.

(The Art of Computer Programming, seconda edizione, vol. 1, p. 236) dice:

Molte persone che hanno capito l'importanza di stack e code indipendentemente hanno dato altri nomi a queste strutture: gli stack sono stati chiamati liste 'push-down', archiviazioni rovesciate, celle, archiviazione a nido, pile, liste last-in-first-out (“LIFO”), e perfino liste yo-yo!

Il termine “stack” fu originariamente coniato da Edsger Dijkstra, che ne va abbastanza fiero.