Capitolo 1. Gergo e cultura Hacker

Questo documento è una collezione dei termini di gergo usati dalle varie sottoculture degli hackers (= attaccanti) di calcolatori. Benchè sia incluso del materiale tecnico per ambientamento e gusto, non si tratta di un dizionario tecnico; quel che descriviamo qui e' il gergo che gli hackers usano tra loro per divertimento, per comunicare, e per discussioni tecniche.

La ‘cultura degli hackers’ è in realta' un'insieme, scollegato dalla rete, di sottoculture, tuttavia cosciente di radici, valori, ed alcune importanti esperienze comuni. Ha i suoi propri miti, eroi, furfanti, poemi popolari, giochi, tabù, e sogni. Poiché gli hackers, come gruppo, sono persone particolarmente creative che in parte si distinguono per il rifiuto dei ‘normali’ valori e consuetudini lavorativi, la loro cultura ha tradizioni insolitamente ricche e consapevoli, per avere meno di 50 anni.

Come accade sempre con i linguaggi di gruppo, lo speciale vocabolario degli hackers aiuta a mantenere i ruoli all'interno della comunità, ed esprime valori ed esperienze comuni. Cosi' come e' normale definire uno che non conosce il gergo, o lo usa inpropriamente, come parvenu, mondano, o (che e' il peggio dell'espressione hacker) addirittura come sfigato(suit). Tutte le culture umane usano il proprio gergo in questa triplice funzione — come strumento di comunicazione, ma anche di inclusione o di esclusione dal gruppo.

Fra gli hackers, tuttavia, il gergo ha anche una funzione più sottile, equivalente forse a quella del gergo dei musicisti jazz, e di alcuni generi di artisti, e difficile da rilevare nelle culture più tecniche o più scientifiche; parti di esso costituiscono un codice per condividere consapevolezza. C'è una gamma intera di condizioni alterate e posizioni mentali, per la risoluzione di problemi di hacking, a partire da quelli di base fino a quelli ad alto livello, che non si inseriscono nella realtà linguistica convenzionale, quanto un assolo di Coltrane, o le composizioni surreali trompe d'oeil di Maurits Escher (Escher è un favorito degli hackers), ed il lignuaggio degli hackers codifica queste sottigliezze in varii modi poco evidenti. Come semplice esempio, si osservi la differenza tra una soluzione inzeppata ed una elegante, e le loro differenti connotazioni implicite. La distinzione non e' solo di profilo ingegneristico; affonda direttamente nell'essenza dei processi generativi del disegno dei programmi, ed afferma qualche cosa di importante, circa due diverse maniere di rapportarsi tra hacker e punto di intervento. Il gergo degli hackers è insolitamente ricco di implicazioni di questo genere, di sottintesi e sensi occulti che illustrano la psicologia dell'hacker.

In generale, gli hackers amano i giochi di parole, e sono molto cosci ed inventivi nel loro uso della lingua. Questi tratti sono caratteristici nei bambini in giovane età, ma il meccanismo di omogeneizzazione che ci compiacciamo di chiamare 'sistema di educazione' li stronca in molti di noi prima dell'adolescenza. E cosi', il processo d'invenzione linguistica è bloccato, in gran parte incoscio, nelle molte sottoculture del moderno Occidente. Gli hackers, al contrario, danno importanza alla formazione del proprio gergo, e lo usano come uno strumento da utilizzare con consapevole piacere. Le loro invenzioni quindi mostrano una combinazione quasi unica di godimento nel giocare con il gergo, e di deliberata esclusione dell'intelligenza educata e potente. Per di più, i media elettronici che li collegano sono fluidi, caldi, perfettamente adatti sia per diffondere nuove terminologie, sia per la spietata selezione di quelle 'moscie' e superate. Risultato di questo processo e' forse l'unica occasione di osservare in azione un'intensa ed accelerata evoluzione linguistica.

Il gergo degli hackers sfida anche alcune presunzioni linguistiche e antropologiche comuni. Ad esempio, negli primi '90 si parlava di comunicazione a ‘basso contesto’, contrapposta a quella ad ‘alto contesto’, e si classificavano le culture secondo il livello di contesto del loro liguaggio e delle loro forme di arte. Si affermava che le comunicazioni a basso contesto (caratterizzate da precisione, chiarezza e completezza di espressioni) fossero tipiche di culture che valorizzavano logica, obiettività, individualismo e competizione; in contrapposizione alle communicazioni ad alto contesto (ELLIPTICAL, emotive, piene di sfumature, multi-modali, e pesantemente codificate) erano associate a culture che valorizzavano soggettività, consenso, collaborazione e tradizione. E cosa possiamo dire allora del movimento hacker, che è legato all'interazione estremamente a “basso contesto” con i calcolatori, e mostra principalmente valori a ‘basso contesto’, ma coltiva lo stile del gergo, quasi assurdamente, ad ‘alto contesto’?

L'intensità e la consapevolezza delle invenzioni hacker fa' si' che la compilazione del loro gergo restituisca una visione particolarmente efficace della cultura sottostante — in effetti, questa è la versione piu' recente di una compilazione in evoluzione, la ‘Jargon file’, curata dagli stessi hackers fin da primi anni '70. Questa compilazione (come le sue precedenti versioni) è innanzi tutto un dizionario, ma include anche voci che fondono panorami e particolari di cultura hacker, che sarebbe scomodo inserire in singole definizioni di voci gergali.

Attraverso un formato da libro di riferimenti, si e' cercato di renderne piacevole la lettura. Anche chi fosse completamente estraneo all'argomento può trovare in quasi ogni pagina almeno un morso commestibile, che inoltre e' un piacevole stimolo a riflettere. C'e' da dire anche che gli hackers utilizzano spiritosi giochi di parole per farne incisive, ed a volte combattive, dichiarazioni di come la pensano. Alcune voci riflettono punti di vista di parti opposte in discussioni veramente travolgenti; e questo è fatto di proposito. Non abbiamo moderate o ingentilite queste dispute; piuttosto, abbiamo cercato di assicurare che le vacche sacre di ciascuno SIANO INCORNATE tutte, imparzialmente. Il compromesso non è una virtù propria degli hackers, lo è invece la presentazione onesta dei punti di vista divergenti.

Un lettore con una minima preparazione informatica, che trovi incomprensibilmente tecnici alcuni riferimenti, li può tranqillamente ignorare. Non abbiamo ritenuto necessario o desiderabile eliminare tutti questi riferimenti; anch'essi contibuiscono al gusto, e un tipo di pubblico cui e' rivolto questo documento — gli hacker principianti che hanno ormai assorbito in parte la cultura — possono beneficiarne. La selezione di più lunghi argomenti di folclore e humor degli hackers è contenuta nell' Appendice A. L'attenzione dei lettori ‘principianti’ è specificamente indirizzata all' Appendice B — Ritratto di J.Random Hacker (J. Hacker Per Caso). La Bibliografia elenca alcune opere non techniche che hanno influenzata o descritta la cultura degli hackers.

Poiché lo `hackerismo' è una cultura intenzionale (ogni individuo deve scegliere da solo se parteciparvi), nessuno si meravigli se il confine tra descrizione e influsso è piuttosto labile. Le versioni precedenti del Jargon file hanno rivestito un ruolo centrale nel diffondere il gergo e la cultura hacker, che in tal modo si sono diffuse ampiamente fra la gente, e noi speriamo che questa vesione farà lo stesso.