WYSIWYG: /wiz´ee·wig/, /wiss´ee·wig/, adj.

[Disegnato per il carattere “Geraldine” di Flip Wilson - circa nel 1970] Indica un interfaccia utente in cui “What You See Is What You Get”, al contrario di una che utilizza comandi più o meno oscuri, che non offrono l'immediata visibilità dei risultati. Il vero WYSIWYG in ambienti che supportano molti diversi caratteri, e i grafici, è un ideale raramente raggiunto; esistono varianti di questo termine che esprimono i diversi risultati ottenibili, compreso WYSIAWYG (What You See Is Almost What You Get (N.d.T. = quel che vedi è quasi quel che otterrai) ) e WYSIMOLWYG (What You See Is More or Less What You Get (N.d.T. = quel che vedi è più o meno quello che otterrai) ). Tutto questo può essere leggermente disatteso, poichè è spesso riferito ad stupide interfacce user-friendly destinate ai non-programmatori; un hacker non ha timore di comandi poco chiari (paragonare a WYSIAYG). D'altronde EMACS era uno dei primissimi redattori WYSIWYG, sostituendo (ad oggi - all'inizio, ricoprendo) l'estremamente l'oscuro TECO basato su linea di comando. Vedi anche WIMP environment. [Abbastanza stranamente, nell'86 WYSIWYG è stato inserito nell'OED come supplemento, ancora in caratteri minuscoli. —ESR]